Viaggio nel tempo: i primi esploratori delle Dolomiti Agordine

Ora domando a voi, se il panorama goduto da quella veramente sublima altezza, non sia bello, grandioso, vario e sconfinato a qualunque lato volgiate l’occhio, armato di buon cannocchiale, e non meriti la fatica grata e salutare di procurarselo? Che sono gli spettacoli delle nostre città verso questo, dove ritemprarsi il corpo e l’animo si conforta?

“Impressioni e desideri dall’Agordino”
Pietro Mugna, 1856

Oggi proprio come un tempo, la bellezza delle Conca Agordina incanta il visitatore.

Pietro Mugna, studioso, alpinista e sacerdote, amava rinfrancare lo spirito nella quiete di Agordo e ne narrò per primo la grandiosità del panorama. Come lui, molti furono i grandi alpinisti, esploratori e scienziati che, attratti dalle cime inviolate e dalle particolari conformazioni geologiche delle Dolomiti, scelsero l’Agordino come campo base per le proprie spedizioni.

Agordo raggiunse una tale notorietà e frequentazione che nel 1868 il torinese Nicolò Pellati, ingegnere presso gli stabilimenti minerari di Valle Imperina e amico di Quintino Sella, fonda ad Agordo la prima sezione dolomitica del Club Alpino Italiano (Società Alpina di Agordo), la quarta in Italia dopo Torino, Aosta e Varallo. Ancora oggi guardando l’Albergo Miniere, edificio affacciato sulla piazza principale di Agordo, è possibile immaginare le prime riunioni che si tenevano al pian terreno dell’Albergo Tomè (poi Albergo Miniere). Chissà quali e quante spedizioni sono nate proprio tra queste mura!

Nella seconda metà dell’Ottocento la consuetudine del Grand Tour in voga tra l’aristocrazia europea, porta grandi uomini e grandi donne, perlopiù inglesi e tedeschi, a visitare l’Italia, non di rado spingendosi da Venezia tra le Dolomiti agordine.
Il celebre alpinista W.D. Freshfield nel suo “Diario Dolomitico” (1865), descrive con grande coinvolgimento l’avventuroso viaggio per raggiungere in carrozza Agordo, dove si accinge ad intraprendere la prima grande traversata alpinistica delle Dolomiti fino a San Candido. Così Freshfield descrive la Valle di San Lucano:

Più avanzavamo più cresceva la bellezza del paesaggio che ci circondava. Sulla nostra destra si alzavano le pareti delle Pale di San Lucano, stupende rocce culminati in tre torri imponenti. In molte parti delle sue pareti precipizi sono perpendicolari (in modo assoluto e non in quel modo vago in cui questa parola è spesso usata dai francesi e altri) e lisci come fossero muri appena costruiti.

Grandi uomini e grandi donne dicevamo… tra queste Amelia Edwards e Lucy Renshawe, due amiche inglesi che nell’estate del 1872 intraprendono un tour nelle Dolomiti da Venezia a Bolzano passando per Agordo e Cortina. Il loro singolare viaggio viene raccontato da Amelia nel libro “Cime inviolate e valli sconosciute – vagabondaggi di mezza estate tra le Dolomiti – 1872”, un vero e proprio tour che è oggi possibile ripercorrere in 30 tappe grazie al tracciato dell’Alta Via Amelia.

Oggi come allora la Conca Agordina conserva la magia dei “vagabondaggi di mezza estate”, tra montagne inviolate è ancora possibile rivivere la Storia e ritrovarsi novelli esploratori di valli sconosciute.

Francis Douglas
Francis Fox Tuckett
John Ball
Douglas William Freshfield
Paul Grohmann
Amelia Edwards